Lunedì 17 marzo 2025 si è tenuto in Piemonte presso la sede di Eco dalle Città un incontro riguardante la gestione dei rifiuti, a quasi due anni dall'approvazione del piano regionale e con l'ampliamento dell'inceneritore di Torino. Il confronto ha visto protagonisti il presidente dell'Autorità Rifiuti regionale e un rappresentante di associazioni ambientaliste. Le discussioni si sono concentrate sull'ampliamento dell'inceneritore, sulla necessità di migliorare la raccolta differenziata e ridurre la produzione di rifiuti. Sono emerse diverse opinioni riguardo all'efficacia dell'inceneritore rispetto a strategie di riduzione e tariffazione puntuale. Si è parlato anche delle emissioni di CO2 e dei costi futuri dello smaltimento, nonché del monitoraggio dell'impatto ambientale sull'area. Infine, è stata sottolineata la potenziale convergenza sulla necessità di maggiori investimenti regionali nella raccolta differenziata e nella prevenzione dei rifiuti. (Fonte)

La gestione dei rifiuti in Piemonte presenta una situazione complessa, caratterizzata da opinioni contrastanti, in particolare riguardo all'ampliamento dell'inceneritore di Torino.
L'Autorità Rifiuti regionale evidenzia il ritardo della regione nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e riduzione dei rifiuti. Attualmente, la produzione di rifiuti indifferenziati si attesta a 162 chili annui pro capite, con un obiettivo fissato a 90, mentre la raccolta differenziata è al 68%, a fronte di un traguardo previsto dell'82%. L'ampliamento dell'inceneritore viene considerato una misura necessaria per garantire la continuità del servizio durante la manutenzione straordinaria dell’impianto esistente e per sostituire discariche da chiudere e impianti obsoleti. Tuttavia, vi sono preoccupazioni relative ai costi futuri delle emissioni di CO2, mentre per la realizzazione della nuova linea si prevede un finanziamento derivante dalla tariffa rifiuti e dai profitti aziendali, senza l'impiego di fondi pubblici.
D'altro canto, le associazioni ambientaliste sottolineano la necessità di investire maggiormente nella riduzione dei rifiuti e nell'introduzione della tariffazione puntuale, che prevede costi proporzionali alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti. L'adozione di questo modello tariffario è stata recentemente analizzata dall'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), che ha evidenziato i benefici in termini di aumento della raccolta differenziata e riduzione dei rifiuti residui, ma anche alcune criticità come la difficoltà di misurazione puntuale e le distorsioni comportamentali, tra cui l'abbandono illecito dei rifiuti per evitare i costi.
Dal punto di vista economico, i sistemi di tariffazione presuntiva, basati su parametri come la superficie dell'immobile e il numero di occupanti, risultano meno equi rispetto ai sistemi puntuali. Tuttavia, ARERA ha evidenziato che la quota fissa delle tariffe continua a rappresentare una percentuale elevata del totale, riducendo gli incentivi economici per gli utenti a ridurre i rifiuti prodotti. Inoltre, la gestione della tariffazione puntuale richiede un sistema di raccolta dati integrato ed efficiente tra i comuni e i gestori del servizio, aspetto che in molte realtà presenta ancora forti criticità.
Le difficoltà nel migliorare la raccolta differenziata a Torino emergono anche a causa di problemi logistici, come la presenza di plastica non riciclabile e la mancanza di spazi adeguati per i contenitori della raccolta differenziata nei nuovi esercizi commerciali. In aggiunta, la relazione tra aumento della raccolta differenziata e quantità totale di rifiuti prodotti viene spesso messa in discussione: studi condotti su scala nazionale suggeriscono che la sola crescita della differenziata non garantisce una riduzione complessiva della produzione di rifiuti, evidenziando la necessità di strategie di prevenzione più incisive.
In questo contesto, il ruolo degli enti locali diventa cruciale. Gli strumenti a disposizione per promuovere una gestione più sostenibile dei rifiuti includono incentivi economici per il compostaggio domestico e la riduzione degli imballaggi, regolamenti locali per limitare l’uso della plastica monouso, e campagne educative per sensibilizzare la cittadinanza sui benefici della riduzione e del riuso. Tuttavia, l'assenza di una programmazione adeguata sugli investimenti in impiantistica rischia di compromettere l'efficacia della tariffazione puntuale e di generare costi aggiuntivi per il trattamento dei rifiuti.
In conclusione, il dibattito sull’ampliamento del termovalorizzatore di Torino riflette una contrapposizione tra chi lo considera una soluzione necessaria per garantire una gestione efficiente dei rifiuti e chi ritiene che si possano ottenere risultati migliori attraverso la riduzione dei rifiuti e il miglioramento della raccolta differenziata.
Da studi ed analisi condotte da diversi enti ed associazioni, quali Arera, Assoambiente, Ispra, una gestione efficace dei rifiuti urbani orientata al riciclo necessita non solo di impianti di riciclo, ma anche di una rete adeguata di impianti per trattare gli scarti delle raccolte differenziate, i materiali provenienti dagli impianti di trattamento meccanico biologico e i flussi residui di rifiuto urbano indifferenziato. Senza questa rete, i processi di riciclo rischiano di entrare in crisi, compromettendo la strategia di economia circolare.
Un punto di convergenza tra tutti è la necessità di un maggiore impegno nel sostenere e finanziare iniziative per la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti, realizzare una rete impiantistica adeguata per gestire gli scarti derivanti dal riciclo, al fine di evitare il ricorso massiccio alle discariche o all’esportazione dei rifiuti. In definitiva, quanto si discute in Piemonte si inquadra perfettamente nell'ambito dello stesso tema, un Economia Circolare, che si sta affrontando in Europa, come a livello centrale in Italia.
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