La recente Delibera ARERA n. 133/2025 ha introdotto una nuova componente perequativa finalizzata a finanziare un “bonus sociale” sulla tariffa rifiuti, destinato alle utenze domestiche in condizioni di disagio economico e sociale. Il provvedimento prevede un contributo pari a 6 euro per utenza, da applicarsi a partire dall’anno 2025. Tuttavia, ANCI e IFEL hanno sollevato una serie di osservazioni critiche in merito all’impostazione e alle tempistiche della delibera, ritenute inadeguate rispetto alla complessità dell’intervento.

Le principali osservazioni di ANCI/IFEL
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Incertezza applicativa
ANCI e IFEL evidenziano che la delibera non chiarisce aspetti fondamentali legati alle modalità operative del bonus. Non è, ad esempio, specificato se l’erogazione sarà automatica o dovrà avvenire su richiesta dell’utente. Inoltre, resta da definire la gestione dei conguagli e dei flussi economici tra Comuni, gestori e soggetti che incassano la TARI, rendendo incerta l’effettiva attuabilità della misura nel breve termine. -
Richiesta di rinvio dell’applicazione
Alla luce delle numerose complessità tecniche, normative e organizzative, ANCI propone il rinvio dell’applicazione del bonus al 2026. Ciò consentirebbe agli enti territoriali e agli operatori del settore di adeguare i propri strumenti regolamentari, gestionali e informatici. Inoltre, un differimento garantirebbe il tempo necessario per una corretta comunicazione istituzionale nei confronti dei cittadini beneficiari. -
Contrarietà alla base di calcolo della componente perequativa
ANCI esprime una ferma contrarietà all’adozione della TARI “fatturata” come base di calcolo per il prelievo della componente perequativa. Tale impostazione, secondo l’associazione, comporta un onere patrimoniale a carico dei Comuni, in assenza di una solida base giuridica. Si ritiene più corretto ancorare il prelievo alla TARI effettivamente riscossa, in linea con i principi di responsabilità finanziaria degli enti locali.
La posizione espressa da ANCI e IFEL richiama l’attenzione su un tema di rilevante impatto per la fiscalità locale e per l’equilibrio economico-finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani. L’applicazione di un bonus sociale, seppur condivisibile negli obiettivi di inclusione, deve necessariamente poggiare su un impianto normativo e procedurale chiaro, sostenibile e coerente con le responsabilità degli enti territoriali. In tale ottica, il rinvio al 2026 potrebbe rappresentare una soluzione equilibrata per garantire l’effettiva efficacia e l’equità del provvedimento.
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