Negli ultimi mesi, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) si trova al centro di due fatti emblematici: lo spreco di 500 tonnellate di alimenti destinati ai bambini in Afghanistan e Pakistan, bruciati per scadenza, e il recente annuncio di smantellamento dell’agenzia da parte dell’amministrazione Trump-Musk. Questo doppio colpo nasconde non solo inefficienze, ma segnali di un cambio strategico con ricadute globali.

Sprechi alimentari e inefficienza gestionale
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L’Italia – in particolare il Banco Alimentare – riesce a recuperare e ridistribuire il cibo invenduto; mentre USAID butta via tonnellate di derrate destinate a fame infantile .
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Questo spreco riflette non soltanto una gestione inefficace, ma anche la caduta di fiducia nei confronti di un’agenzia che vanta prestigio e fondi miliardari.
Lo smantellamento dell’agenzia e la nuova competizione
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USAID, pilastro del soft power statunitense dal 1961, è stata ufficialmente disattivata nei primi mesi del 2025.
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Senza i suoi programmi – dalla lotta alla malnutrizione in Congo all’assistenza medica in Yemen e ai rifugiati in Myanmar – interi segmenti della popolazione rischiano di perdere accesso a servizi primari
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Questa ritirata favorisce l’ascesa di Cina, Russia e altri attori che iniziano a offrire sostegno alternativo: già in Cambogia Pechino ha proposto un finanziamento per la rimozione delle mine .
Conseguenze geopolitiche e sociali
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Per le comunità locali: riduzione dell’assistenza sanitaria, educativa, alimentare – con impatti immediati sulla sopravvivenza quotidiana.
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Per gli Usa: perdita di soft power e di capacità di influenzare in modo pacifico le regioni più vulnerabili.
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Per la Cina: apertura di nuove finestre per espandere la Belt & Road Initiative e consolidare la sua presenza nelle aree tradizionalmente influenzate da Washington.
Cosa significa per noi (e per il lettore)
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Valorizzare modelli virtuosi, come quelli italiani di recupero alimentare, contro gli sprechi.
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Seguire la geopolitica degli aiuti, per capire come si ridefinisce l’influenza globale.
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Riflettere sul ruolo delle ONG e del volontariato, che potrebbero colmare parte del vuoto lasciato dagli USA.
Conclusione
Il caso USAID – tra cibo sprecato e dissoluzione – non è solo uno scandalo gestionale, ma il punto di una svolta strategica: una transizione da una leadership “morale” americana ad una competizione più cinica tra potenze. Dietro i numeri e le decisioni politiche, si celano vite, diritti e equilibri internazionali in forte mutamento.
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