Negli ultimi anni, l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata sull’inquinamento da microplastiche e sulla crescente minaccia dell’antibiotico-resistenza. Oggi, un nuovo fronte di ricerca collega direttamente questi due fenomeni, rivelando che le microplastiche possono favorire l’evoluzione di batteri resistenti agli antibiotici, anche in ambienti dove questi ultimi non sono presenti.

Cosa sono le microplastiche
Le microplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni inferiori ai 5 millimetri, spesso derivanti dalla degradazione di rifiuti plastici più grandi o rilasciati direttamente da prodotti industriali, cosmetici e tessuti sintetici. Ormai presenti ovunque – negli oceani, nei fiumi, nel suolo, persino nell’aria – rappresentano un inquinante persistente e difficile da rimuovere.
Un ambiente favorevole ai batteri resistenti
Le ricerche recenti dimostrano che le microplastiche non sono solo un veicolo passivo per microrganismi, ma creano vere e proprie nicchie ecologiche, dette plastisfere, dove si insediano e proliferano batteri.
Queste superfici offrono:
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protezione da predatori e condizioni avverse,
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un’alta densità di batteri diversi,
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un ambiente stabile in cui è più facile scambiare materiale genetico, inclusi i geni della resistenza agli antibiotici (ARGs, antibiotic resistance genes).
Antibiotico-resistenza anche senza antibiotici
Uno degli aspetti più preoccupanti è che, anche in ambienti privi di antibiotici, la sola presenza delle microplastiche può favorire la selezione e la diffusione di batteri resistenti. Questo avviene perché le plastisfere facilitano la trasformazione genetica orizzontale, un processo attraverso il quale i batteri si trasmettono geni tra loro, compresi quelli per la resistenza.
Un rischio per l’ambiente e per la salute umana
L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera l’antibiotico-resistenza una delle più gravi minacce sanitarie globali. Se le microplastiche amplificano questo rischio, diventano non solo un problema ecologico, ma anche un pericolo per la salute pubblica. I batteri resistenti possono diffondersi attraverso l'acqua, gli alimenti, gli animali e persino l'aria, superando i confini degli ecosistemi.
Cosa possiamo fare
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Ridurre l’uso della plastica monouso e migliorare la gestione dei rifiuti plastici.
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Incentivare la ricerca su materiali alternativi e biodegradabili.
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Potenziare i sistemi di depurazione delle acque reflue, spesso incapaci di filtrare le microplastiche.
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Monitorare i geni della resistenza ambientale come parte delle strategie di contrasto all’antibiotico-resistenza.
Conclusione
Le microplastiche non sono solo spazzatura invisibile: sono attori attivi in una crisi sanitaria in evoluzione. Capirne il ruolo nella diffusione della resistenza agli antibiotici è un passo fondamentale per affrontare con maggiore consapevolezza una doppia emergenza: ambientale e medica.
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