Come cambiano i bilanci comunali alla luce della crisi climatica

Pubblicato il 11 luglio 2025 alle ore 10:57

Tra DUP, PNRR, fondi europei e gestione del rischio ambientale

Negli ultimi anni, la crisi climatica è passata da essere una voce marginale nei documenti di programmazione economico-finanziaria degli enti locali a diventare una vera e propria leva strategica. I Comuni, specialmente quelli più esposti a fenomeni meteorologici estremi, si trovano oggi a rimodulare priorità, strumenti di pianificazione e impieghi di spesa per rispondere a nuove vulnerabilità. Vediamo come la finanza pubblica locale stia mutando forma sotto la pressione ambientale.

 

 

📌 Il DUP come strumento di adattamento climatico

Il Documento Unico di Programmazione (DUP) è il cuore della programmazione pluriennale comunale. Sempre più Comuni – anche grazie a linee guida ANCI e IFEL – stanno includendo nel DUP riferimenti espliciti agli obiettivi di adattamento climatico, introducendo:

  • Misure per il contenimento del consumo di suolo

  • Azioni per la gestione sostenibile delle risorse idriche

  • Obiettivi ambientali connessi agli SDGs dell’Agenda 2030

  • Indicatori ambientali (ad es. capacità di assorbimento delle acque piovane, indice di resilienza urbana)

Nei DUP 2024-2026 di molti enti si osserva l’integrazione delle valutazioni ambientali strategiche (VAS) e il rafforzamento del raccordo tra strumenti urbanistici, Piani d’emergenza e Piani per l’energia sostenibile (PAESC).


💶 Il ruolo del PNRR e dei fondi europei

L’accelerazione è arrivata con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha iniettato miliardi in interventi legati alla sostenibilità ambientale. Le Missioni 2 e 5, in particolare, finanziano:

  • Reti idriche e fognarie resilienti

  • Foreste urbane e rinaturalizzazione aree fluviali

  • Infrastrutture verdi e drenaggio urbano sostenibile

  • Edilizia scolastica e pubblica a zero emissioni

  • Digitalizzazione per il monitoraggio ambientale

Tuttavia, molti Comuni – specie quelli medio-piccoli – faticano a intercettare queste risorse per mancanza di progettazione tecnica o di capacità amministrativa. Qui entrano in gioco i fondi strutturali europei (FESR, FEASR, LIFE, ecc.) e le forme di partenariato pubblico-privato che iniziano a diffondersi anche in ambito ambientale.


🌊 Rischio idrogeologico e protezione civile: impatti sul bilancio

I sempre più frequenti eventi climatici estremi (alluvioni, frane, incendi, ondate di calore) costringono gli enti locali a stanziare fondi straordinari per la protezione civile, la manutenzione del territorio e la prevenzione del dissesto. Le voci di spesa che crescono maggiormente sono:

  • Pulizia straordinaria fossi e canali

  • Monitoraggi sismici e idro-meteorologici

  • Appalti per piani di evacuazione, centri di accoglienza e sistemi di allerta

  • Interventi d'urgenza ex art. 163 del Codice dei Contratti Pubblici

La contabilità finanziaria dei Comuni è oggi costretta a considerare eventi climatici come passività probabili, spingendo ad aggiornare i sistemi di risk management e le coperture assicurative pubbliche (compresi fondi di riserva e assicurazioni parametriche).


🏗️ Investimenti verdi e revisione del patrimonio comunale

Sempre più Comuni avviano la mappatura del proprio patrimonio immobiliare e infrastrutturale, integrando parametri ambientali nella valutazione degli asset. Ad esempio:

  • Classificazione energetica degli edifici pubblici

  • Vulnerabilità delle strade comunali a fenomeni climatici

  • Valore ecosistemico di parchi e aree agricole

  • Potenziale per installazione di pannelli solari, verde pensile o comunità energetiche

Anche gli strumenti urbanistici vengono riformulati per accogliere funzioni nature-based e infrastrutture multifunzionali (spazi pubblici drenanti, alberature strategiche, ecc.).


🧩 Conclusioni: verso una “contabilità climatica” locale?

Ciò che emerge con forza è la necessità di integrare la variabile climatica nella programmazione, nella spesa e nel monitoraggio delle performance comunali. Alcuni Comuni stanno sperimentando approcci di “bilancio ambientale” o “contabilità ecologica”, che collegano direttamente le missioni di bilancio agli impatti ambientali e climatici.

Nel prossimo futuro, sarà inevitabile passare da una gestione reattiva a una pianificazione strutturale, che tenga conto delle proiezioni climatiche a lungo termine. In questo scenario, la figura del tecnico ambientale e del project manager energetico diventa cruciale anche in seno agli enti locali.

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